(Genova, 1627 – ivi, 8 aprile 1703)
Fu uno dei principali esponenti della pittura decorativa genovese, collaborò con Valerio Castello e ne divenne successore nel campo delle grandi imprese decorative della Genova della seconda metà del Seicento. Fu questo il suo versante più vivo, anche se la su attività di pittore da cavalletto fu sicuramente molto feconda.
Domenico Piola fu un vero e proprio coordinatore di idee, la sua casa divenne un vero e proprio museo di originali e più spesso di copie da grandi maestri, sulle quali faceva esercitare all'arte i propri allievi come in una vera e propria Accademia, dove il fatto artistico era considerato come esperienza e conoscenza. Produsse un numero elevatissimo di disegni, molto spesso in funzione preparatoria di affreschi.
Il momento di contatto con Valerio Castello fu risolutivo, in particolare, sul piano dell'avvio ad un modo nuovo di intendere lo spazio, gli effetti scenografici e l'uso di certi accorgimenti luminosi. Gli anni di questa fruttuosa collaborazione, furono anche gli anni della conoscenza del Castiglione.
Vivace e brillante frescante di volte di chiese e palazzi: i Doria, gli Spinola, i Balbi e tutte le importanti famiglie della città si rivolsero alla sua bottega per ornare i loro palazzi con le storie di eroi classici, di imperatori antichi, e allegorie mistiche per celebrare le virtù dei committenti.
Bibliografia
- Gavazza Ezia, Il momento della grande decorazione, in La pittura a Genova e in Liguria Vol I, Genova, Sagep, 1998, pag. 205-213
- Piola Domenico, In Enciclopedia Internazionale Grolier, Vol. XIII, Bergamo, Armando Curcio Editore, 1990, pag. 121